L’AI sta trasformando l’editoria: svantaggio od opportunità?

Da un recente articolo dell’ANSA si evince che all’interno delle piattaforme di audiolibri, specialmente Audible, stanno aumentando sempre di più audiolibri creati con l’AI.
Che l’AI stia cambiando interi settori lavorativi era evidente e questo settore non può esserne esente.
Ma analizziamo il problema: quello che l’articolo sottolinea è che sono a rischio i narratori e che nascono una serie di prodotti scadenti perché l’AI non sarà mai come un narratore professionista e che, grazie all’AI, si riducono decisamente i costi.
Che un narratore professionista sia meglio di un’AI non discuto, ma la maggior parte di chi usa l’AI al posto del narratore non si sarebbe comunque mai potuto permettere un narratore professionista. Quindi per chi vuole proporre un prodotto di qualità e ha le possibilità economiche non cambia nulla. Mentre per chi non ha le possibilità cambia tutto, permettendogli di entrare in un mercato prima elitario, deciso dalle grandi case editoriali, in modo semplice ed autonomo.
Questo sicuramente comporta anche degli svantaggi per il consumatore finale, ovvero prodotti di minore qualità e, in alcuni casi, davvero pessimi. Ma per chi ascolta libri in quelle piattaforme è ad abbonamento, quindi, salvo il tempo perso, non ha costi aggiuntivi per aver ascoltato un pessimo libro, mentre ha l’enorme vantaggio di poter accedere a libri di autori sconosciuti di qualità, che prima non avrebbero avuto spazio.
Non solo, tramite le AI si possono avere traduzioni immediate, ponendo l’autore di fronte alla possibilità di mercati diversi da quelli demarcati dalla propria lingua madre. Certo, nel caso di romanzi la cosa si complica, perché ancora avere traduzioni che possano esprimere quello che l’autore ha espresso nella propria lingua madre in modo preciso è molto difficile, ma per quanto riguarda libri tecnici, manuali o saggi, la situazione è assolutamente fattibile.
Tanto è vero che HarperCollins Publishers (casa editrice anglo-americana considerata uno dei “Big Five” editori di lingua inglese) utilizza l’AI per espandere la propria offerta di audiolibri senza sostituire i narratori umani, particolarmente in mercati non anglofoni, segno che alcune grandi case editrici vanno verso il cambiamento, senza contrastarlo.
Senza trascurare, nuovamente, l’aspetto di democratizzazione, dove progetti come quello del MIT con Project Gutenberg dimostrano che la tecnologia sta avanzando rapidamente, migliorando la qualità e l’esperienza di ascolto, rendendo i classici letterari accessibili gratuitamente a un pubblico più ampio.
Anche se alcuni vedono queste innovazioni con scetticismo, non si può negare che l’accesso ampliato ai libri parlati è un vantaggio netto per la società. Più autori possono condividere le loro opere, più storie possono essere raccontate e ascoltate, superando le barriere che un tempo rendevano l’editoria un campo elitario.