La tecnologia ci isola davvero? Forse è il contrario.

Quante volte vi è capitato di sentire ripetere che “la tecnologia ci sta isolando”, quasi fosse un mantra? Ma fermiamoci un attimo a riflettere: non è che senza le innovazioni digitali, invece, ci troveremmo in un isolamento molto più concreto?
Immaginate una vita senza cinema, TV e radio. Quante storie, informazioni, conoscenze sarebbero rimaste precluse, specie a chi non aveva accesso all’istruzione (e qualche decennio fa era una fetta alta, soprattutto nel nostro Paese)? Questi media hanno davvero rivoluzionato la condivisione culturale.
E quando è arrivato internet? Un cambio epocale, quasi come fu il fuoco per i nostri avi: grazie prima alle email e poi ai social, si sono demolite le barriere spaziali e temporali, permettendoci di contattare chiunque, ovunque, in un istante.
Oggi la realtà virtuale e aumentata ci consentono addirittura interazioni sociali in 3D, un tempo semplicemente inimmaginabili. Le possibilità di esplorazione di mondi, culture e idee sembrano infinite.
E ora l’intelligenza artificiale (IA) porta già enormi vantaggi professionali, ma non solo. Per chi ha difficoltà di socializzazione o limitazioni fisiche, l’IA potrebbe diventare una preziosa finestra sul mondo esterno fornendo risposte senza limitazioni di tempo. Tutto questo con disponibilità, senza mai “arrabbiarsi”. In un mondo sempre più veloce e frenetico, chi ti ascolta sempre senza stancarsi e senza giudicare, non è cosa da poco.
Quando provi a spiegare tutto questo, arrivano quelli del “Ma uscire di più?”; “Ma viaggiare di più?”, che non considerano affatto che per molti questa semplicemente non è un’opzione sostenibile, sia da un punto di vista economico, che di lavoro e, ancora peggio, per gli anziani con problemi fisici o persone con invalidità motorie. In un social in realtà virtuale un anziano è giovane come gli altri, salta come gli altri, corre come gli altri. lo può fare forse di fronte alla TV?
Quindi, la prossima volta che sentirete dire che “la tecnologia ci isola”, ricordatevi: per un’ampia fetta di popolazione, specie la più fragile, può essere esattamente l’opposto. Uno strumento potente di connessione, scambio, scoperta. Sta a noi utilizzarla con saggezza e non lasciarci isolare dai pregiudizi.